Dopo 40 anni di studi sui piedi dei runner, per capire in che modo combattere l’insorgere di vesciche dopo lunghi sforzi o allenamenti, l’università di Stanford è arrivata alla conclusione: il solo modo per evitare vesciche tipiche di chi fa questo sport è applicare sulle parti maggiormente sollecitate del nastro adesivo chirurgico.

di Eva Perasso

A poco servono calzini speciali, creme idratanti specifiche, cerotti salva-piedi o rimedi frutto del passaparola tra atleti: il problema delle vesciche ai piedi è sentito, doloroso e fastidioso per chi corre, per chi cammina a lungo, per chi affronta trekking faticosi e per chi più genericamente sforza particolarmente il piede creando un maggiore attrito con la scarpa. Tanto che negli anni molti studi medici hanno provato a risolvere il problema e a studiare prodotti medicinali per prevenire e curare le vesciche, sempre con scarsi risultati. Ultimamente ha lavorato alla ricerca di una soluzione anche un team di ricercatori dell’università di Stanford, che dopo le sue prove sul campo è arrivato a una conclusione: la miglior strategia per prevenire le vesciche ai piedi è quella di usare uno strumento economico come il nastro adesivo chirurgico.

La ricerca per aiutare gli ultra maratoneti

La ricerca è stata svolta dal dottor Grant Lipman del Stanford University Medical Centre, un professionista abituato ad aiutare i maratoneti – una delle categorie più colpite dal problema delle vesciche – nelle situazioni di emergenza. Per loro, più che problemi muscolari o articolari o cardiocircolatori, alla fine di un grande sforzo o dopo numerose sedute di allenamento il problema più sentito restava sempre lo stesso: il dolore ai piedi causato dalle vesciche formatesi nel corso dell’attività fisica.

130 runner alla prova

Per provare l’utilità del nastro adesivo chirurgico, il dottor Lipman ha messo alla prova nel 2014 un gruppo di 128 ultra maratoneti che partecipavano a una delle gare più incredibili al mondo, la ultramaratona “RacingThePlanet”: 250 chilometri di corsa attraversando quattro deserti diversi, con prove di altissima difficoltà. I corridori selezionati dovevano proteggere le loro dita prima della corsa con il nastro, usandolo esclusivamente in un piede e lasciando il secondo senza protezione specifica. I risultati mostrano chiaramente le proprietà lenitive del nastro: 98 ultra maratoneti su 128 non presentavano vesciche a fine corsa sui piedi protetti, mentre 81 su 128 avevano invece vesciche sui piedi non protetti.

Vesciche e nastro, un connubio da ricordare

 

Il nastro adesivo chirurgico è un’invenzione ormai datata: lo progettò un chirurgo americano, Horace Day, nel lontano 1845, mettendo su di un normale nastro dell’adesivo (fatto di diversi elementi come la gomma arabica, la trementina, il pepe di Cayenna) per uso medico. È oggi un materiale che si è evoluto nella forma e nella composizione, ma resta economico e di facile reperibilità. Può essere costruito da una varietà di materiali che comprendono alcuni tipi di carta, nylon, stoffa e schiuma, deve essere costruito con un supporto adesivo ipo allergenico. Alcuni tipi sono stati impregnati con ossido di zinco, una sostanza che ha dimostrato di ridurre il rischio di infezione. Un’altra caratteristica comune è la struttura porosa, che permette alla pelle di respirare più facilmente.
Le vesciche invece sono una semplice reazione di autodifesa del corpo che produce liquido in una bolla laddove viene sollecitato maggiormente lo sfregamento con la scarpa. La vescica nasce in realtà per proteggere la parte ferita da eventuali batteri e infezioni, ma la sua formazione che preme sulla pelle causa il forte dolore avvertito camminandovi sopra.

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